Sabato 23 Maggio 2015, ore 15,00
Aula Magna Ist. Gambara, via Gambara 3, Brescia
Seminario di storia contemporanea
INTRODUZIONE
Il fenomeno del “revisionismo storico” sembra aver raggiunto il suo apice negli ultimi decenni: in questo periodo l'uso politico della storia e della memoria non ha risparmiato nessuna delle fasi storiche fondamentali per la costruzione dell'identità, della cultura e della struttura stessa del nostro Paese.
Così, con un procedimento che nulla ha a che fare con la ricerca storica, sono proliferate nuove tesi e studi pseudo storici, giornalistici e televisivi che hanno riscritto tutte le grandi questioni nazionali: dal Risorgimento al colonialismo italiano, dalla Resistenza ai crimini del Fascismo, dalla nascita della Repubblica fino ad arrivare agli anni Settanta e alla strategia della tensione. La nuova fase politica che si è aperta a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, con la fine della cosiddetta “prima Repubblica” dei partiti e con l'entrata in scena di partiti e movimenti di massa orgogliosamente non antifascisti ha influenzato massicciamente il dibattito storico determinando una stretta connessione tra revisionismo e fase politica contingente. In questo senso la rilettura degli eventi storici, elemento di per sé fisiologico della ricerca storiografica, non è stata supportata dall'incremento di fonti e ricerche, ma dalla necessità di legittimare la classe politica al potere, con il suo modello culturale e mediatico di riferimento.
Questo uso politico della storia non solo ha tentato di smontare le ricerche storiche precedenti, definite spesso in maniera sprezzante come ideologiche e di parte ma, fatto ben più grave, ha creato una cultura e una percezione storica ambigua e neutra in cui il passato non esiste più ed è sostituito da un tempo artificiale privo di spessore critico, la cui memoria è costituita da un continuum di immagini, ricordi, resoconti emozionali molto diversi tra loro che impediscono qualunque lettura critica e scientifica dei singoli eventi.
In un quadro così sconfortante, il compito degli storici diventa anche quello di smascherare tutte queste falsificazioni con quello che è l'unico strumento in loro possesso: ovvero la ricerca storica e la sua conseguente divulgazione pubblica, perchè, citando Aldo Giannulli “la storia è il suo uso pubblico”. In questo senso l'uso pubblico della storia intesa come ricerca storiografica è in netta antitesi al suo uso politico.
INTERVERRANNO:
Ore 15.50
GIOVANNI SCIROCCO
Docente di Storia contemporanea all'Università di Bergamo.
“Uso pubblico della storia e revisionismo storiografico”.
ore 15.45
FILIPPO FOCARDI
Ricercatore e docente universitario di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Storici e Politici dell’Università di Padova.
“Due totalitarismi a confronto: L’Italia fascista e la Germania nazista.
Il mito del buon italiano e del cattivo tedesco”.
Ore 16.15
MARCO UGOLINI
Ricercatore dell' Associazione Culturale Anteo.
“Memorie della strage di Brescia”.
Coordina e introduce LIDIA MARTIN, coordinatrice della redazione di
Zapruder – Storie in Movimento.
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